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Loop, le superfici in legno che disorientano lo sguardo

Un unico elemento compositivo che si ripete all’infinito. Ecco Loop, la nuova collezione di superfici in legno di Listone Giordano, progettata da Sebastiano Canzano.

Lo sguardo si perde nell’infinito con Loop, la collezione di superfici in legno di Listone Giordano firmata da Sebastiano Canzano. Un progetto che nasce da una riflessione su come superare il concetto di limite nei prodotti di design. Limite che nel parquet è costituito dalla giunzione tra due plance.

Giocando con la nostra percezione, Loop dà vita a una nuova interpretazione della superficie d’arredo in legno. A differenza di quanto accade normalmente, in questo caso la superficie non è infatti geometricamente orientata, ma è pensata per disorientare lo sguardo.

Una superficie potenzialmente infinita

La sfida di Loop era quella di riuscire a creare un pattern unico e all’apparenza casuale, che fosse allo stesso tempo caratterizzato da un’estetica uniforme, grazie alla ripetizione seriale di un unico elemento compositivo. Da qui la scelta del termine loop. Una parola che comunica una superficie potenzialmente infinita che per questo può vivere non solo nella sua tradizionale dimensione a pavimento, ma anche come rivestimento verticale o addirittura raggiungere il soffitto.
Infinite possibilità di applicazione, un unico “inganno”. L’elemento generatore è infatti sempre irriconoscibile, dissolvendosi all’interno del pattern generale.

Lo sguardo come co-autore del prodotto

Loop trasforma, dunque, il limite in risorsa. Moltiplicandosi nello spazio, la superficie diventa dinamica e i confini tra conosciuto e sconosciuto si fanno labili. Il risultato è un prodotto innovativo che trasforma lo “sguardo” in co-autore della superficie. Una nuova dimensione in cui l’esperienza e la razionalità ci portano a cercare all’infinito (in loop, appunto) chiusure di forme semplici.

“I sistemi non sono mai perfetti”, racconta Sebastiano Canzano. “Anche i sistemi più levigati e compatti sono solcati da una rete di profonde fessure provocate dalle loro interne contraddizioni. Per cui è sempre possibile, percorrendo la rete, trovare margini dove inserire eventi innovatori”.

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