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Grand Hotel Cervino

Grand Hotel Cervino: la montagna dentro e fuori

Il Grand Hotel Cervino profuma di legno. Materiale trasformativo che ha cambiato volto e anima a una vecchia autorimessa, oggi accogliente albergo cinque stelle. A compiere l’incantesimo, il contractor Concreta.

Cosa ci si aspetta da un hotel in montagna? Senza pensarci troppo, la prima risposta, è sicuramente la vista. Poter ammirare la natura fuori dalle finestre, soprattutto se si è abituati a un panorama differente. Il progetto che abbiamo scelto per la cover story di questo numero aveva tra i suoi obiettivi quello di incorporare la montagna nella struttura, di farla vivere agli ospiti, fuori e dentro. Stiamo parlando del Grand Hotel Cervino, albergo cinque stelle a Cervinia, frutto della ristrutturazione di una struttura che si appoggia sul basamento seminterrato di una ex autorimessa che va a inserirsi proprio nella montagna. A fare da trait d’union tra architettura, committenza (impresa Vico e Gruppo Mythos) e progetto, il contractor valtellinese Concreta, che per l’interior ha operato una sintesi vincente tra gli obiettivi dei diversi soggetti interessati. Vi accompagniamo nella visione che ha animato sia l’idea progettuale sia la realizzazione.

Continuità tra gli spazi

Partiamo dall’edificio preesistente, un garage ammalorato e con una forte presenza d’acqua, demolito interamente. Nel corso dei lavori si è intercettata una fonte che viene ora riutilizzata all’interno dell’edificio. Punto di partenza del progetto, curato dall’architetto Mariapia Bettiol di Aosta, era creare una straordinaria continuità tra spazi esterni e spazi interni. Il risultato finale parla da sé. L’area iniziale era stretta e lunga, con un vincolo forzato che riguardava il corpo di fabbrica, con un volume di grandi dimensioni. L’architetto ha realizzato una struttura che potesse godere
della vista della natura sia sul fronte principale sia sul retro con la presenza imponente e spettacolare del Cervino, cercando di creare dei volumi semplici e spezzando il volume originario in più parti. La struttura richiama così il villaggio vicino. Un complesso molto tradizionale di cui riprende le forme, modernizzandolo in modo garbato. Le nuove strutture, che poggiano sul basamento della ex autorimessa, si affiancano alle preesistenze vicine con la vista su un campo da golf e sulla piramide del Cervino. L’immersione nella natura montana è accentuata anche da cavedi esterni che creano delle vasche di cristallo adibite a giardini d’inverno, visibili dall’interno. Una soluzione che porta luce naturale nell’edificio e sminuisce l’importante impronta a terra delle aree seminterrate.

Montaggio efficiente

Nel Grand Hotel Cervino la presenza della montagna è molto forte all’esterno e nelle camere. Negli spazi comuni e nelle aree wellness prevalgono un taglio e un carattere moderni, grazie anche agli ampi spazi vetrati che permettono al panorama delle montagne di entrare all’interno in modo scenografico. Il cemento è stato utilizzato solo per i piani seminterrati, mentre dal piano terra fino alla sommità è utilizzato X-Lam, ossia pannelli in legno lamellare, in collaborazione con Wood-Beton.
C’è stato un grande lavoro di progettazione da parte di tutti i soggetti coinvolti, coordinati dal general contractor Vico, che si è occupato delle opere interne, delle opere ceramiche, dei bagni monoblocco. Basti pensare che questi ultimi sono stati realizzati come unità singole e inseriti nella struttura già arredati durante il montaggio dei singoli piani.

Tradizione nelle camere, modernità negli spazi comuni

Facciamo ora il tour dell’hotel. Le 60 camere sono di dimensioni compatte, con una forte razionalizzazione degli arredi che permettono di vivere appieno le funzionalità richieste. In questo aspetto, Concreta ha fornito spunti preziosi per raggiungere l’obiettivo. Nell’arredo si è giocato sul legno in abbinamento con materiali lapidei. Nelle quattro suite è stato creato in un modulo l’area salottino, adattando l’area letto alla nuova dimensione dello spazio. Diverso è il caso delle quattro suite spa, dove si è realizzato uno spazio per esaltare al massimo il comfort. Protagoniste dei bagni le piastrelle Florim in diverse declinazioni, che creano una sensazione di benessere e pulizia. Lo spazio wellness integra il
marmo con il legno. «L’idea è quella del gioiello – spiega Mariapia Bettiol – ovvero di impreziosire l’oggetto che poteva essere rustico con materiali lussuosi e di pregio. Questo percorso lo si ritrova nello spazio piscina, dove un gioco di specchi e la doppia altezza dell’ambiente, che si compenetra nel ristorante, creano giochi di luce con la sensazione che lo spazio si perda a vista d’occhio».
Lo spazio ristorante ripropone la dialettica dell’esaltazione della luce e degli spazi, con la sola eccezione pensata per chi ama il concetto della stube montana. Una saletta che affaccia sul bosco e si riveste di legno, creando intimità e staccandosi dagli altri ambienti comuni orientati alla modernità. Nella stube sono state utilizzate travi in legno fornite da Concreta con un motivo ondulatorio a effetto.

Grand Hotel Cervino

Il ruolo del contractor

Un altro aspetto che ha contraddistinto la progettazione riguarda i tempi di realizzazione. L’edificio doveva essere pronto in circa nove mesi, anche se l’incidenza del Covid ha portato a quasi quattro mesi oltre il termine, dall’inizio alla fine del cantiere. 13 mesi in un periodo storico alquanto complicato, un risultato ottimale. Quindi, tutte le fasi sono state pensate per essere realizzate velocemente con chiusura dei lavori il prima possibile. «Concreta – sottolinea
l’architetto Bettiol – è stata fondamentale per ottenere questi risultati di precisione e di tempistica in quella fase del lavoro che segue la parte edile e dove generalmente è facile sforare sui tempi. Invece, la presenza costante e l’attenzione estrema di Concreta in qualità di contractor hanno permesso di raggiungere la qualità e il rispetto dei tempi del progetto».

Per scoprire di più sul Grand Hotel Cervino, leggi l’ultimo numero del nostro magazine.

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