Il network tecnico-professionale e progettuale del sistema pavimenti e rivestimenti
render di un negozio progettato da Cristina Pucci

Cristina Pucci racconta l’arte dell’ascolto del cliente

Abbiamo incontrato Cristina Pucci, architetto milanese con un bagaglio colmo di esperienze e competenze. Ci ha dato la sua visione sull’importanza del progettare e ci spiegato perché la scelta dei materiali, in un intervento, ha un ruolo fondamentale

Questa settimana condividiamo l’intervista con l’architetto milanese, Cristina Pucci, che ha approfondito le tematiche della progettazione urbanistica legata sia alle politiche abitative, sia alla riqualificazione di ambiti urbani pubblici, oltre alla pratica del recupero e della conservazione del costruito. Libera professionista in proprio, nel corso degli anni si è occupata della progettazione esecutiva, direzione lavori e interior design di appartamenti privati, attici, negozi, show room, ristoranti e uffici, congiuntamente al risanamento di facciate e progetti di restauro di edifici storici vincolati. Tra gli interventi, da segnalare la progettazione definitiva ed esecutiva per il restauro conservativo e riuso della Cascina Cuccagna, cascina del XVII secolo in centro a Milano, restaurata e riaperta al pubblico dal 2012, centro di cultura e partecipazione che diffonde idee d’innovazione, servizi sostenibili e progetti culturali. Cristina, sguardo attento ai dettagli e sorriso entusiasta, di quelli che ti travolgono e ti fanno vedere il sole anche se piove, è un architetto sui generis: vanta un bagaglio di competenze inossidabili, di tutto rispetto, eppure non ha mai il sopracciglio alzato. Caratteristica invece molto in uso in certi ambienti (in tanti ambienti, giornalismo compreso). L’idea era di fare l’intervista di persona davanti un buon bicchiere di vino rosso. L’emergenza Coronavirus non ci ha dato la possibilità di incontrarci, così abbiamo chiacchierato in videochiamata, alzando i calici a distanza. 

Come consideri oggi le ristrutturazioni di interni? Cosa pensi sia prioritario nella progettazione? La funzionalità, il comfort, la fruibilità?

«Le ristrutturazioni di interni, che siano per appartamenti, negozi o ristoranti, sono sempre molto stimolanti e sono sempre delle piccole sfide perché ogni progetto ha le sue peculiarità, dettate dalle esigenze della committenza e/o dalle esigenze del prodotto da vendere. E, non meno importante, anche dalle strutture architettoniche in cui ti trovi a intervenire. È imprescindibile cercare di interpretare le esigenze, ma anche i gusti della committenza o comunque stimolarle. Quando inizio un progetto chiedo sempre al mio cliente − anche al più neofita che vorrebbe solo il progetto fatto e finito − delle suggestioni, dallo stile di vita, alla musica che ascolta. Mi piace pensare che l’architetto sia una specie di mezzo per poter realizzare al meglio desideri e aspirazioni nel proprio spazio, che sia di vita o di lavoro. Per esempio, nella ristrutturazione di un appartamento, oltre a dare valore a un’ottimale distribuzione degli spazi, penso sia fondamentale la personalizzazione, tramite la scelta dei materiali e dei colori, che devono adattarsi alla struttura architettonica ma che devono anche esprimere la personalità del cliente. Ripensando a ritroso ai lavori realizzati sono contenta di non essermi quasi mai trovata a riproporre una soluzione già adottata in altri progetti (se non strutturale), proprio perché ogni progetto è un piccolo mondo che racchiude tante sfumature che di volta in volta cambiano, si modificano e pertanto ne stravolgono il risultato. Sicuramente reputo che un buon progetto sia la risultante dell’equilibrio tra funzionalità, fruibilità, comfort; e che sia anzi l’equilibrio di tutti questi elementi insieme a suscitare emozioni».

È l’architetto che condiziona le nuove tendenze e lo sviluppo di nuovi materiali o, viceversa, è il mercato a influenzare la visione dell’architetto?

«Questa domanda a mio avviso è un po’ complessa, sicuramente il mercato e l’innovazione dei materiali condizionano l’architetto nel processo creativo e progettuale, ma può anche succedere che sia l’architetto, per particolari esigenze o semplicemente nel processo creativo, a sollecitare la produzione o l’utilizzo di materiali innovativi e quindi a creare nuove tendenze. Credo sia un rapporto di reciproco condizionamento e stimolo in continua evoluzione».

Secondo te come si evolveranno i materiali?

«Mi piace pensare che, come successo in passato, i materiali e la loro applicazione siano l’espressione di una civiltà. Oggigiorno è abbastanza evidente che si sia sempre più orientati al cambiamento della nostra società. Fino a oggi abbiamo causato, anche tramite l’edilizia, gravi problemi ambientali: dallo sfruttamento intensivo del territorio all’utilizzo di materiali nocivi alla salute dell’uomo e dell’ambiente. Mi fa piacere constatare che oggi la progettazione, dalla piccola alla grande scala, si stia orientando piano piano verso soluzioni architettoniche e progettuali che tengano conto dell’ambiente circostante. Basti pensare ai nuovi Piani di Governo del Territorio, sempre più attenti alla tematica ambientale, alla riconversione del patrimonio costruito in disuso, all’incentivazione dello sviluppo delle aree verdi all’interno delle aree metropolitane e alla salvaguardia del paesaggio all’esterno di esse. Bisogna pensare a materiali riciclabili, per i quali lo smaltimento non sia più un costo economico, ma soprattutto ambientale, pensare al mondo che lasceremo ai nostri figli, gettare le basi per una progettazione degli ambienti e degli edifici più orientata verso questa tematica. Quindi mi aspetto, e spero, che l’evoluzione dei materiali si evolva su questa strada».

Quando progetti un nuovo interno quale peso attribuisci ai materiali, in riferimento ai pavimenti e alle pareti?

«Come già detto sono convinta che il progetto sia un processo nel quale la struttura architettonica, le esigenze della committenza, ecc., portino alla scelta di materiali mirati. Però in linea di massima per la pavimentazione delle abitazioni private prediligo il parquet perché è un materiale che intrinsecamente racchiude funzionalità, fruibilità, comfort e bellezza. Un materiale vivo, che produce una piacevole sensazione tattile, d’inverno riesce a darti calore e d’estate la sensazione di contrastare la calura delle afose città. Per non parlare delle innumerevoli essenze, colori e forme da poter scegliere ad hoc per ogni esigenza estetica e progettuale. Mi piacciono molto anche i marmi e le pietre, più adatti ad ambienti pratici come bagni pubblici o privati, laboratori, show room, negozi e ristoranti, perché danno immediatamente una sensazione di igiene e benessere. Materiali che riescono a evocare eleganza e nobiltà e che, abbinati sapientemente all’arredo o ad altri materiali, regalano anche molta freschezza. Mi diverte poi studiarne il taglio e la posa a seconda degli spazi. Per questi ambienti trovo molto adatte anche le resine, per un tocco di contemporaneità e per poter giocare con colori e varie fantasie, create su misura a gusto personale o della committenza. Per quanto riguarda i muri molto spesso mi piace evidenziare con colori, laminati o carta da parati alcune pareti in particolare, per dare carattere all’ambiente o per la loro peculiare struttura, posizione o illuminazione. In conclusione, la scelta dei materiali è un momento molto delicato e importante della progettazione per il raggiungimento dell’obbiettivo prefissato, per questo motivo cerco sempre di coinvolgere e stimolare la committenza e a volte, perché no, anche sperimentare insieme nuove soluzioni con nuovi materiali».

PER CONOSCERE MEGLIO CRISTINA PUCCI

Il tuo maestro? Ho avuto un grande Maestro nell’architetto Giancarlo De Carlo, per il quale ho avuto la fortuna e l’onore di lavorare ancora studente e anche pochi anni dopo la laurea. Ma mi è difficile dire che mi ispiro a lui come architetto, perché troppo irraggiungibile. Sicuramente mi porto dentro il suo insegnamento, per cui l’architetto deve saper ascoltare, lasciarsi tentare e suggestionare nel processo progettuale al di là della grandezza o ambizione del progetto commissionatogli.

Il tuo modus operandi? Farsi suggestionare, suggestionare, creare…

Info: www.architettopucci.it

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